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IL QUADERNO DEI RICORDI
L'odore acre dei fogli ingialliti dal tempo riempiva la stanza,
fuori il vento sbatteva le fronde di una pianta sopra un vecchio lampione
ed il mare in una delle sue tempeste invernali mugghiava in lontananza.
Quella sera sfogliavo il primo di tutti i quaderni di appunti,
che avevo usato per la questione Peron-
e mille pensieri mi ritornavano in mente.
Nella prima pagina in alto al centro avevo
scritto a matita "Mamoiada 18 ottobre 1973".
Ricordo che era la data del giorno in cui iniziavo questa ricerca.
Quasi accarezzavo quelle pagine del quaderno con le righe oramai sbiadite,
sciupato ma ricco di appunti e di ricordi, perchè era stato
il primo che avevo usato per fare le interviste,
di quando ancora in segreto conducevo la ricerca per scoprire,
per svelare a tutti, ma soprattutto a me stesso, se il povero contadino sardo Giovanni Piras
divenne effettivamente il leggendario Juan Peron.
Non so quale misterioso motivo mi aveva spinto a conservarlo,
più di una volta si era salvato dal fuoco in cui volevo lanciarlo,
e mi accompagnava come un caro compagno durante i miei traslocchi.
Rivivevo l'altalena di entusiasmi e delusioni che mi avevano accompagnato nella ricerca e
non potevo fare a meno di ripensare al mio passato da cronista,
quando collaboravo per un giornale nazionale come corrispondente per la Sardegna.
Ricordavo con nostalgia quei tempi,
soprattutto quando mi venne ritirata la tessera del giornale ed anche quel giorno
rimase scolpito nella mia mente,
era proprio qualche settimana dopo aver fatto una intervista all'ambasciatore argentino in Italia.
Ricevetti la comunicazione del capo redattore tramite una raccomandata,
inviata dalla redazione nazionale di Roma.
Lessi la lettera con grande sorpresa e ad ogni riga
mi rimbalzavano nella testa le domande che avevo posto all'ambasciatore . . .
LA STORIA DELLA RICERCA
Ogni tanto ripenso a quando iniziai la ricerca,
credo che la scintilla, la molla che mi ha fatto inseguire la figura di Giovanni Piras
sia avvenuta in quella sera d'estate mentre giocavamo a monete e bottoni,
nell'attimo in cui si sono magicamente incontrati
per puro caso, il gioco dei bambini, il passaggio della donna ed il racconto del vincitore.
Per tanti anni con gli amici del tempo ci sentivamo forti e sicuri
nel sapere che potevamo contare sull'aiuto in caso di necessità da parte del nostro
compaesano Juvanne Piras-
Ricordo che quando iniziai nessuno accettava di parlare su questo argomento,
un mistero, un ferreo segreto tramandato da emigrato in emigrato e
consegnato come una eredità del silenzio anche ai loro figli.
All'inizio non sapevo niente,
solamente un nome "Giovanni Piras", nessuna altra data, nè di nascita,
nè tanto meno di morte, niente di niente, buio assoluto.
Rivedo il primo appunto su Giovanni Piras,
in quel momento non avendo un foglio di carta
l'avevo scritto su di un pezzo di carta grande quanto il palmo della mano,
che avevo tagliato da una busta che si usa per contenere il pane.
Nel 1973, all'inizio della ricerca,
avevo preso una strada completamente sbagliata,
per mesi e mesi inseguivo .....
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